La Provincia di Trento investa sul sistema sanitario e sui professionisti della salute. Gli infermieri non vogliono più soluzioni tampone
“L’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento in questi ultimi anni ha dato dei chiari segnali e messaggi alla politica e alle istituzioni rispetto alla crisi del sistema salute che sta impattando in modo significativo sulla professione infermieristica. In questo momento non è solo la crisi degli infermieri, ma diventa la crisi dell’intero sistema sanitario trentino” – afferma il Presidente Daniel Pedrotti.
Come noto e più volte evidenziato, nella nostra Provincia gli infermieri sono carenti strutturalmente negli organici. Si sta assistendo ad un progressivo e significativo aumento delle dimissioni volontarie verso la libera professione, il privato, il vicino Alto Adige e anche a fughe all’estero. Sono inoltre in previsione imminenti pensionamenti di massa (nei prossimi 10 anni saranno circa 1.300 gli infermieri che andranno in pensione), con conseguente ed ulteriore perdita di capitale professionale. Ad aggravare ulteriormente tale situazione, i posti messi a bando ogni anno nei Corsi di Laurea in Infermieristica non vengono coperti, la sede di Trento tiene ancora, anche se con un trend in calo. Il rischio di aumentare i posti disponibili alla laurea triennale, e non avere studenti che scelgono questo percorso universitario e quindi futuri professionisti e di qualità è oggi palpabile con mano, anche in Provincia Autonoma di Trento.
“Come Ordine esprimiamo forte preoccupazione perché il bene inestimabile delle cure infermieristiche è oggi a forte rischio. Siamo in numero insufficiente e questo non sempre ci permette di garantire quanto atteso. Inoltre, seppur in possesso delle giuste competenze, non sempre troviamo le giuste condizioni per la loro massima espressione, oltre al fatto che tali competenze devono trovare il giusto riconoscimento.” – dichiara il Presidente.
Questo problema è molto serio perché la nostra è una Provincia che deve fare i conti anche e soprattutto con il quadro epidemiologico caratterizzato da cronicità e disabilità. Nel momento in cui avremo più bisogno di assistenza domiciliare e di infermieri, ne avremo sempre meno.
Come risolvere l’annosa e grave situazione che è destinata ad acuirsi nei prossimi anni? “Non abbiamo bisogno e non vogliamo più soluzioni tampone per situazioni emergenziali. Abbiamo vissuto e lavorato nell’emergenza e lo stiamo facendo tutt’oggi. Adesso basta. Occorre mettere a terra interventi concreti, in maniera strutturata, con lungimiranza e progettualità” – chiosa il Presidente Pedrotti.
Abbiamo bisogno che siano messe a terra strategie per l’attrattività del sistema e per il trattenimento dei professionisti sanitari, infermieri in primis. A partire dal rendere attrattive le condizioni di esercizio professionale, affinché i giovani possano scegliere con entusiasmo la professione infermieristica, che per sua natura si caratterizza per l’alto valore intellettuale, scientifico e relazionale. È fondamentale, inoltre, sostenere organici infermieristici adeguati dal punto di vista quali e quantitativo per la sicurezza e qualità delle cure in RSA, negli ospedali e sul territorio; espandere i percorsi di carriera nelle aree della clinica, della formazione e dell’organizzazione con posizioni dedicate e coerenti ai diversi livelli di responsabilità che tengano conto delle competenze e del possesso di elevata formazione, uscendo dall’attuale appiattimento della professione; introdurre, altresì, modelli assistenziali innovativi orientati ad un’autentica multiprofessionalità e ad un’elevata autonomia delle professioni sanitarie e garantire un appropriato investimento nella formazione universitaria e continua.
Tutto questo, ovviamente, con alta attenzione ad interventi normativi/contrattuali e di riconoscimento economico strutturale come stanno ponendo in essere nel vicino Alto Adige e in altre Regioni.
Senza questi interventi strutturali, concertati tra istituzioni diverse, anche con le altre professioni, questa Provincia è veramente a rischio di non avere la disponibilità delle cure infermieristiche necessarie, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, per garantire nei prossimi anni il rispetto dell’art. 32 della Costituzione Italiana, la tutela del diritto alla salute dei cittadini. È prioritario tornare a considerare il sistema salute un patrimonio inestimabile da difendere e tutelare.
Ad oggi alcuni interventi sono stati messi a terra, tuttavia questo Ordine, in qualità di Ente sussidiario dello Stato, per realizzare le innovazioni necessarie al sistema salute provinciale, sostiene l’irrinunciabilità di un coinvolgimento dei professionisti e di una rappresentanza comune di tutti gli Ordini delle professioni sanitarie e sociali, riconosciuta a livello istituzionale, che possa co-determinare le scelte programmatiche utili alla qualità dell’assistenza.
Adesso è arrivato il momento di concretizzare e auspichiamo che per il nuovo Assessore questa sia la priorità dell’agenda politica.
Noi infermieri abbiamo bisogno di segnali chiari e importanti, che riconoscano il valore del sapere della disciplina infermieristica al fine di garantire ai cittadini le cure infermieristiche per continuare a tutelare il diritto alla salute e affrontare le sfide del futuro.