Educazione affettiva e sessuale: l’OPI Trento esprime forte preoccupazione per il divieto nelle scuole secondarie di primo grado
L’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento esprime profonda preoccupazione per l’emendamento approvato il 15 ottobre 2025 dalla Commissione Cultura della Camera, che estende il divieto delle attività didattiche relative all’educazione affettiva e sessuale anche alle scuole secondarie di primo grado (fino ai 14 anni), divieto già vigente per la scuola primaria.
L’OPI di Trento si associa con convinzione alle posizioni espresse dall’Ordine della professione di ostetrica, dall’Ordine degli psicologi e dall’Ordine dei tecnici di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e prevenzione della Provincia Autonoma di Trento, sottolineando come tale divieto costituisca una grave negazione del diritto alla promozione della salute, riconosciuto a livello internazionale da UNESCO, OMS e UNICEF.
L’educazione affettiva e sessuale, condotta da professionisti qualificati e basata su evidenze scientifiche, rappresenta un intervento imprescindibile di promozione della salute. Favorisce lo sviluppo di competenze emotive e relazionali, promuove la cultura del rispetto reciproco, la parità di genere e la consapevolezza corporea, contribuendo a prevenire fenomeni come bullismo, violenza, gravidanze precoci e malattie sessualmente trasmissibili.
Per orientare le nuove generazioni ad assumere comportamenti consapevoli, è fondamentale sviluppare abilità per una gestione responsabile della sessualità. La scuola rappresenta, in questo senso, un luogo privilegiato, come previsto dal Piano provinciale della prevenzione 2020-2025, programma 1 “Scuole che promuovono salute”, che accompagna la crescita e la costruzione di relazioni positive, anche nella prospettiva della prevenzione e del contrasto della violenza di genere e della promozione della salute riproduttiva.
Nel contesto trentino, i dati del 2023 evidenziano 477 denunce per violenza sulle donne, con un aumento di circa il 3% rispetto all’anno precedente. Nello stesso anno, i Pronto Soccorso della Provincia hanno rilevato 478 accessi correlati a episodi di violenza, di cui 196 riconducibili a violenza domestica (PAT, dati 2023). Parallelamente, i dati del 2022 del Network HBSC indicano che circa il 25% degli undicenni trentini ha subito almeno un episodio di bullismo, mentre il 15% ha riportato episodi di cyberbullismo negli ultimi due mesi precedenti all’indagine.
La “non educazione” su queste tematiche nei percorsi educativi qualificati lascia inevitabilmente spazio a informazioni non controllate, spesso reperibili online già dai 9-13 anni, che diffondono modelli relazionali distorti e contenuti diseducativi, con rischi concreti per la salute fisica, emotiva e relazionale dei giovani.
L’educazione affettiva e sessuale, insieme alla promozione di sani stili di vita e alla prevenzione delle dipendenze – sviluppata in partnership fra sistema sanitario, scolastico e famiglie – è una necessità irrinunciabile per la tutela della salute e del benessere delle nuove generazioni. Intervenire in età precoce rappresenta un’azione concreta per promuovere relazioni positive e prevenire violenze tra pari e di genere.
L’OPI di Trento sostiene il potenziamento dei progetti multiprofessionali di educazione alla salute dell’APSS, già attivi sul territorio provinciale, come modello virtuoso di integrazione tra competenze sanitarie, educative e sociali. L’auspicio è che la promozione della salute resti uno strumento centrale nella formazione dei giovani, in linea con le migliori evidenze scientifiche e con i principi etici che ispirano la professione infermieristica: responsabilità, cultura del rispetto e tutela della persona.