Ambulatorio codici bianchi: scelta tampone, che non va nella direzione giusta per sicurezza, appropriatezza e sostenibilità
L’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento ha appreso direttamente dalla stampa della prossima attivazione presso i Pronto Soccorso di Trento e Rovereto degli ambulatori codici bianchi (ACB), che prevedono la presenza di un medico di continuità assistenziale e un infermiere per la gestione di situazioni “meno gravi”. L’attivazione del servizio, almeno in un primo momento, sarà di due giorni a settimana. Questo Ordine esprime contrarietà a questo progetto per questioni di merito e di metodo.
Per quanto riguarda il merito si ritiene che il progetto “ACB” non risponda a criteri di sicurezza, appropriatezza e sostenibilità. I casi codificati come “bianchi”, seppur non urgenti, spesse volte sottendono bisogni assistenziali e sociali complessi che richiedono competenza e esperienza per una valutazione accurata e globale della situazione della persona e che non può limitarsi ad una mera “prestazione”. Stupisce la scelta di collocare tali ambulatori nei Pronto Soccorso, (seppur in prima fase, attivi per soli due giorni a settimana), anziché potenziare come previsto dagli indirizzi e standard internazionali e nazionali l’assistenza territoriale, al fine di garantire una risposta socio-sanitaria capillare che determinerebbe oltre ad un’azione di “filtro” nell’accesso ai Pronto Soccorso, la presa in carico del cittadino al proprio domicilio o in prossimità. Attivare gli “ACB” in pronto soccorso è ritenuto inappropriato per due ragioni d’ordine: dal punto di vista organizzativo si configura come “misura” compensatoria, asseconda e legittima infatti gli accessi impropri in Pronto Soccorso, contesto invece deputato all’ urgenza – emergenza; dal punto di vista del patto sociale nei confronti dei cittadini, l’ambulatorio codici bianchi si configura come “diseducativo” in quanto l’utente trova una risposta in Pronto Soccorso anche per situazioni cliniche non urgenti (codici bianchi). Come Ordine, siamo convinti sia necessario promuovere una coerenza di sistema nell’educare e responsabilizzare i cittadini verso un utilizzo appropriato del sistema sanitario, con particolare riferimento ai Pronto Soccorso.
Tenuto conto della presenza negli “ACB” del medico di continuità assistenziale, si ritiene totalmente inappropriata la presenza dell’infermiere. Con la presenza del medico di continuità assistenziale, risulta concreto il rischio che l’infermiere debba occuparsi prevalentemente di attività improprie rispetto alla funzione infermieristica esperta o specialistica in ambito di emergenza e urgenza. A tal proposito si coglie anche l’occasione per suggerire a chi scrive a vario titolo sulla stampa, lo studio attento della Legge italiana a riguardo. L’infermiere non supporta nessuno, ma in qualità di professionista sanitario collabora con le altre professioni apportando il proprio sapere disciplinare declinato in competenze autonome, di cui è a pieno titolo responsabile, per incidere sugli esiti di salute dei cittadini.
Per quanto riguarda il metodo, questo Ordine esprime stupore per aver appreso direttamente dalla stampa della progettualità dell’ambulatorio codici bianchi, nonostante la condivisione con le istituzioni provinciali di coinvolgimento nelle progettualità di interesse relative il sistema sanitario provinciale.
Si prende atto con rammarico che si continuano a proporre “soluzioni” tampone, anziché attuare, come più volte sollecitato, una riforma complessiva del sistema sanitario. Imprescindibile è che tale riforma sia in un’ottica di progettualità e basata sui bisogni di salute emergenti dei cittadini che richiamano un riassetto verso prevenzione, cronicità e fragilità e necessariamente fondata sui principi di appropriatezza e sostenibilità.
La riforma è urgente e deve prevedere un potenziamento vero dell’assistenza territoriale, che deve essere pervasiva nei vari setting, in primis quello domiciliare e in una logica di prossimità e iniziativa. Fondamentale, anche per la sostenibilità del sistema è promuovere un welfare generativo nella comunità, prevedere una gradualità di risposte in termini di servizi socio-sanitari e in relazione al grado di autonomia delle persone, nonché orientare risorse e progetti sulla cronicità e la prevenzione, a partire dalle scuole, investendo sui giovani di oggi che sono gli adulti e gli anziani di domani attraverso attività di educazione ai corretti stili di vita e alla sostenibilità ambientale. In riferimento a ciò, è urgente dare un importante impulso in termini di investimenti, affinché il modello dell’infermiere di famiglia e comunità previsto dalla delibera della GP n. 1911 del 13 ottobre 2023, ad oggi attivo solo in alcune aree, sia gradualmente potenziato e esteso in tutta la Provincia.
Nel merito del Pronto Soccorso, oltre due anni fa, questo Ordine aveva proposto all’Assessorato alla Salute di valutare l’attivazione del modello See & Treat, già sperimentato in altri contesti a livello nazionale, che consiste nella gestione autonoma di urgenze minori da parte di un infermiere esperto/specialista di emergenza/urgenza con formazione specifica e sulla base di protocolli approvati. Tale modello è consolidato nei Paesi anglosassoni e anche in alcune Regioni Italiane, ad esempio la Toscana, e ha dimostrato una riduzione significativa dei tempi di attesa in pronto soccorso a parità di sicurezza e appropriatezza delle prestazioni. Ad oggi questo Ordine non ha ricevuto riscontro in merito alla proposta di attivazione del See & Treat in Provincia di Trento.
Il sistema salute trentino è in affanno, sono necessari investimenti e riforme condivise con gli stakeholder per affrontare le sfide di oggi e di domani e mantenere efficace la risposta. Il fine che deve guidare le scelte è salvaguardare i principi fondamentali del sistema sanitario – universalità, uguaglianza e equità – per tutelare il diritto alla tutela della salute costituzionalmente sancito. Gli infermieri per perseguire tali obiettivi di salute sono essenziali, una risorsa straordinaria e preziosa. Affermare che gli infermieri sono fondamentali è pleonastico, se a tale affermazione non seguono riforme normative, organizzative e contrattuali tali a qualificare realmente il loro ruolo e le loro competenze.
Il Consiglio Direttivo
Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia Autonoma di Trento