L’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento prende posizione contro la Guerra. Dalla parte della vita: per la pace, la salute e la dignità umana
L’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento esprime la propria ferma condanna verso ogni forma di guerra e conflitto armato che, ancora oggi, insanguina numerose parti del mondo. In un’epoca di grande progresso tecnologico e scientifico, è inaccettabile che la violenza continui a seminare morte, distruzione e sofferenze incolmabili.
La guerra rappresenta una gravissima violazione dei diritti umani fondamentali: il diritto alla vita, alla libertà, alla salute, all’istruzione, alla dignità. A pagarne il prezzo più alto sono soprattutto i civili innocenti: donne, bambini, anziani e persone fragili, privati delle cure, colpiti da traumi, fame e isolamento. Le testimonianze dei sopravvissuti ci obbligano a ricordare che ogni conflitto lascia ferite profonde nel corpo e nella memoria delle comunità.
L’Ordine guarda con crescente preoccupazione alle crisi umanitarie in atto nella Striscia di Gaza, in Ucraina, e in molti altri conflitti spesso dimenticati – come in Sudan, Siria, Yemen, Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo – dove ospedali e scuole vengono bombardati e i sistemi sanitari collassano. In questi contesti estremi, il semplice gesto del prendersi cura diventa spesso un atto di eroismo quotidiano.
Ai colleghi infermieri, ai medici, agli operatori sanitari e umanitari che continuano a garantire assistenza e dignità, anche in mezzo alla guerra, va il nostro pieno e riconoscente sostegno. Il loro impegno incarna i principi fondanti della nostra professione: prendersi cura, proteggere la vita, difendere l’umanità, senza alcuna distinzione.
Rivolgiamo la nostra attenzione anche al dramma delle migrazioni nel Mar Mediterraneo, dove migliaia di persone continuano a perdere la vita nel tentativo di fuggire da guerre, persecuzioni e miseria. Anche in questi scenari, il diritto alla cura, alla protezione e alla dignità deve essere riaffermato con forza.
Questo Ordine ribadisce l’urgenza di promuovere la pace, il dialogo, il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. Il progresso scientifico e tecnologico non può essere disgiunto dalla responsabilità etica e sociale. Chiediamo con fermezza un cessate il fuoco immediato e duraturo, il rispetto degli accordi internazionali, la protezione dei civili e la tutela delle strutture sanitarie in tutte le zone di conflitto.
Con questo comunicato, ci uniamo alle voci di altri Ordini professionali che hanno preso posizione, convinti che la cura sia anche un atto politico e sociale, fondato sulla pace, non sulla violenza. Il nostro impegno è costante: dalla parte della vita, della salute, della dignità.
Invitiamo tutte le istituzioni, le associazioni e i cittadini a sostenere azioni concrete di pace, aiuto umanitario e solidarietà internazionale. Solo attraverso un impegno condiviso possiamo costruire un futuro fondato sul rispetto, sulla compassione e sulla tutela dei diritti umani universali.
Come ha recentemente affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “La pace è esperienza che statisti lungimiranti hanno saputo pazientemente costruire: occorre proseguirne l’opera. Non ci si deve – e non ci si può – limitare a evocarla”. Queste parole ci richiamano con forza alla responsabilità collettiva di trasformare la speranza di pace in un impegno concreto, quotidiano e condiviso.