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13.05.2025

Insieme costruiamo salute: la Giornata Internazionale dell’Infermiere

Pedrotti: “Gli infermieri sono centrali per il futuro della salute e dell’assistenza, soprattutto in una società che invecchia e ha sempre più bisogno di cura, presenza e umanità

Sala della Filarmonica a Trento gremita nel pomeriggio di oggi 12 maggio 2025 (giorno che nel 1820 ha visto nascere la fondatrice dell’infermieristica moderna Florence Nightingale) per l’appuntamento più atteso dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento: la Giornata internazionale dell’Infermiere, che ha registrato la partecipazione di oltre 200 infermieri e infermieri pediatrici.

Il messaggio che la professione infermieristica ha voluto trasmettere quest’anno è quello del lavoro di squadra, della sinergia interprofessionale: Insieme costruiamo salute. L’evento, come di consueto, ha preso il via dai saluti istituzionali di rito, compreso quello del presidente dell’OPI Daniel Pedrotti, dell’Assessore alla salute, politiche sociali e cooperazione della Provincia Autonoma di Trento Mario Tonina e della Presidente della Consulta Provinciale per la Salute Elisa Viliotti. Poi la celebrazione per i neo iscitti/e alla comunità professionale, dopodiché si è svolta la sessione di buone pratiche infermieristiche. Ancora, il riconoscimento a chi da 50 anni è iscritto all’Ordine, poi le presentazioni di tre tesi di laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche (sede di Trento), realizzate da Melania Stedile, Alessandra Trentin e Gloria Filippi.

La Giornata Internazionale dell’Infermiere – ha spiegato l’assessore provinciale Tonina, – non è solo un’occasione celebrativa. È un’opportunità per riconoscere il valore di una professione che, ogni giorno, rappresenta la spina dorsale del nostro sistema sanitario. Per questo motivo, l’Amministrazione provinciale, in stretto raccordo con l’Ordine, è impegnata a costruire un sistema che valorizzi le competenze e metta al centro il benessere dei professionisti sanitari. Oggi chi svolge questo lavoro deve potersi sentire al sicuro, perché non sempre lo è. Fondamentale sarà continuare a lavorare sul rafforzamento della formazione avanzata, ma anche sulla gratificazione. Per questo, in occasione dell’assestamento di bilancio che approderà in Consiglio a luglio, saranno stanziate ulteriori risorse per il personale del comparto. Anche per favorire l’avvicinamento di nuovi giovani alla professione”.

Significativo il momento in cui è stato conferito l’encomio solenne alle infermiere e agli infermieri dell’Ospedale Riabilitativo Villa Rosa di Pergine Valsugana per la singolare empatia e l’umanità dimostrate nell’iniziativa “La cura silenziosa: “Esserci per Irene””, espressione autentica dei valori fondanti della professione infermieristica e segno concreto di prossimità e solidarietà. Un’iniziativa che onora la professione, rafforza il senso profondo dell’essere accanto a chi soffre e rappresenta un esempio ispiratore per l’intera comunità infermieristica.

Costruire salute insieme: “Senza infermieri non c’è futuro, non c’è salute”

Lasciatemi essere chiaro: senza infermieri non c’è futuro, senza infermieri non c’è salute, non c’è assistenza per una popolazione sempre più anziana, fragile e sola”. Così il presidente Daniel Pedrotti durante il proprio discorso davanti alla comunità infermieristica e alle autorità: un messaggio diretto, così come “profondamente vero” è stato anche il tema della giornata, cioè Insieme costruiamo salute. “La salute non si improvvisa e non si impone: si costruisce – ha aggiunto. – E si costruisce insieme: con i cittadini, le istituzioni, le altre professioni sanitarie e i decisori politici. Non può esserci una professione che sovrasta le altre. Non può esserci una politica che guarda solo al tornaconto immediato, senza una visione d’insieme più ampia e di prospettiva. Non si può parlare solo di ospedali e pronto soccorso senza affrontare anche il tema del territorio, della fragilità e della non autosufficienza. Il benessere, di chi cura e di chi viene curato, nasce da un equilibrio delicato, da un’empatia che è alla base della nostra identità professionale. L’Assessorato alla salute e il consiglio provinciale non hanno mai sottovalutato la “questione infermieristica”: apprezziamo le misure adottate in questi ultimi anni, tra cui la definizione del modello di Infermiere di Famiglia e Comunità in provincia di Trento, che ora necessita di un ulteriore impulso nella sua piena attuazione, assicurando sempre il requisito imprescindibile della competenza specialistica. Riteniamo altresì significative le linee di indirizzo per la prevenzione e la gestione degli atti di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, l’istituzione della figura del Direttore Assistenziale, l’attivazione di funzioni specialistiche e il potenziamento delle indennità contrattuali in diverse aree”.

Focus inoltre sul ruolo attuale dell’infermiere, locale e soprattutto globale tra guerre, crisi umanitarie, migrazioni e solitudini: “L’infermiere è molto più di un professionista della salute: è un pilastro della coesione sociale, un baluardo di umanità, un costruttore di pace. Le sfide che affrontiamo sono sotto gli occhi di tutti: condizioni di esercizio professionale critiche, rischio di una carriera piatta, persistenza in molti ambiti di modelli assistenziali obsoleti, diminuzione dell’interesse dei giovani ad intraprendere la professione e un equilibrio sempre più fragile tra doveri e riconoscimenti”.

Spazio, infine, ad una parola chiave: innovazione. Innovazione per rendere la professione infermieristica sempre più attrattiva e per contribuire ad un sistema salute efficace, efficiente e sostenibile. “È giunto il momento di riconoscere pienamente la multidimensionalità della nostra professione: non siamo tutti uguali e non è più possibile pensare che “uno valga uno”. Serve una nuova visione – ha concluso Pedrotti. – In che modo? Con la promozione del benessere degli infermieri, con un investimento nella formazione universitaria e continua ed una valorizzazione concreta della professione attraverso l’attivazione di percorsi di carriera chiari e motivanti con prospettive di remunerazione progressivamente crescenti, basate sul merito e il riconoscimento della responsabilità. Solo così possiamo trattenere i talenti e attrarre le nuove generazioni. Ancora, con l’innovazione autentica dei modelli organizzativi e assistenziali, puntando su prossimità, digitalizzazione, prevenzione e interprofessionalità e valorizzando al massimo le potenzialità delle professioni sanitarie, anche ridisegnando nuovi perimetri di azione ad elevata autonomia professionale. Un altro aspetto centrale è il coinvolgimento reale nei processi decisionali. Non vogliamo restare spettatori: dobbiamo e vogliamo essere protagonisti, perché le soluzioni migliori nascono dal dialogo. Garantire la salute significa mettere i professionisti nelle condizioni di dare il meglio”.

Primi 15 laureati magistrali, Pedrotti: “Nuove generazioni con competenze avanzate e capacità di leadership

L’Ordine delle Professioni Infermieristiche esprime profonda soddisfazione per il conseguimento di questo risultato da parte dei primi quindici professionisti, i quali hanno completato il percorso di studi nella sede di Trento dell’Università di Verona. Un traguardo di straordinaria rilevanza per il nostro territorio, che segna un passo avanti decisivo nel rafforzamento della formazione avanzata e nello sviluppo di competenze specialistiche fondamentali per il futuro della sanità.
Esprimo a nome di tutto l’Ordine e della comunità infermieristica provinciale le più vive congratulazioni ai quindici neolaureati magistrali per l’impegno, la costanza e la qualità del percorso compiuto – ha dichiarato il presidente OPI Daniel Pedrotti. – Questi professionisti rappresentano una nuova generazione di infermieri dotati di competenze avanzate e capacità di direzione e leadership. Saranno figure chiave nell’evoluzione dell’assistenza territoriale, della gestione della cronicità e del potenziamento delle cure domiciliari e di prossimità. Questo risultato dimostra, ancora una volta, che investire nella formazione infermieristica significa investire nella salute dei cittadini. Come Ordine, continueremo a promuovere e sostenere ogni iniziativa volta a valorizzare la professione, ad elevare la qualificazione degli infermieri e a rafforzare la qualità delle cure”.

I numeri della professione infermieristica in Italia e in Trentino

Prima di tutto, il contesto: oggi il 36% dei cittadini in Provincia di Trento ha almeno una patologia cronica e il 17% almeno 2. Nel 2040, in Italia e in Trentino, gli over 50 supereranno gli under 50 e nel 2050 il 35% della popolazione avrà più di 65 anni. In questo scenario di grandi cambiamenti, gli infermieri giocheranno un ruolo fondamentale. Se nel 2024 il numero degli infermieri pediatrici si è confermato stabile rispetto all’anno prima (42), quello degli infermieri è aumentato a 4.519 (cioè 63 in più) ed è sempre maggiormente rappresentato dalle donne (3.086 ovvero l’83,4%). Sono 576 gli infermieri tra 26 e 30 anni, 569 quelli tra 31 e 35, ma la concentrazione maggiore (il 43% e cioè 1.956 infermieri) si registra tra i 46 ed i 60 anni. Attualmente gli infermieri attivi ogni mille abitanti sono 7,7 e cioè più della media italiana (6,5), ma al di sotto di quella europea (8,4) e di quella indicata dall’OCSE (8,9). Un dato negativo arriva però dall’accesso alla Laurea Triennale in Infermieristica: a fronte di un aumento di posti a bando dell’1,9% nell’anno accademico 2024-2025, le domande di accesso ai corsi si sono ridotte mediamente a livello nazionale dell’8% rispetto all’anno accademico precedente. Il problema si riflette sulla carenza del personale: in Trentino Alto Adige servirebbero 1.125 infermieri in più, 552 sul territorio e 573 in ospedale, mentre guardando solo alla nostra provincia la stima è tra 433 e 453 professionisti. In Italia mancano 65 mila infermieri. Pesano le retribuzioni: gli stipendi degli infermieri italiani sono del 20% più bassi rispetto alla media europea.

Capitolo a parte quello delle Lauree Magistrali in Scienze Infermieristiche e Ostetriche: il 77,4% dei laureati intende proseguire gli studi e nel 24,8% vorrebbe farlo proprio con una Laurea Magistrale. Nell’anno accademico 2024/2025 tuttavia sono state presentate 11.044 domande per 2.147 posti disponibili: l’Ordine dunque evidenzia la necessità di un incremento dei laureati magistrali con il fine di elevare il livello culturale della professione e determinare così l’evoluzione specialistica disciplinare. Attualmente in Italia si stima siano laureati magistrali solo il 4% degli infermieri: l’obiettivo per il futuro è quello di raggiungere almeno il 25%.